Il progetto di costruire quattro clavicembali

 

            Il progetto di costruire quattro clavicembali nuovi adottando una prassi esecutiva che ricalcasse fedelmente quella utilizzata dai cembalari del diciassettesimo secolo, è nata dalla collaborazione fra Grant O’Brien, docente e ricercatore presso l’Università di Edimburgo in Scozia e Graziano Bandini, cembalaro di Castel S. Pietro T. con esperienza nel settore del restauro d’arte.             Recenti ricerche di Grant O’Brien, sull’uso delle unità di misura in Italia fra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo, hanno dimostrato come tutti gli oggetti costruiti nel nostro paese prima dell’unificazione e della successiva adozione del Sistema Metrico, seguissero le unita di misura locali.  Tali unità di misura (oncia, soldo, piede, braccio, ecc), erano normalmente usate anche per la costruzione di strumenti musicali. La possibilità di costruire clavicembali nuovi, seguendo però metodi e criteri simili a quelli utilizzati nel passato, apre nuovi orizzonti sia per la ricerca organologica sia per quella interpretativa.  E così, forse per la prima volta dal diciassettesimo secolo ad oggi, questo metodo è stato reintrodotto nella costruzione di questi strumenti.

            La ricerca di Grant O’Brien, che ha preso in esame numerosi strumenti italiani antichi e che  si è svolta  nell’arco di quattordici anni si è conclusa dando  vita assieme ad un cembalaro italiano, Graziano Bandini, all’ambizioso progetto di costruire e presentare al pubblico quattro meravigliosi clavicembali in stile napoletano. La scelta di ispirarsi in particolare ad un modello napoletano del '600 è stata motivata dalla fiorente cultura musicale della città partenopea in quel periodo e dalla ammirazione suscitata dagli strumenti costruiti da Onofrio Guarracino attivo a Napoli nella seconda metà del ‘600.  La sua abilità costruttiva e il timbro dei suoi strumenti hanno indicato immediatamente in Guarracino un autore a cui ispirarsi.  Lo studio dei fondi di numerosi strumenti da lui costruiti hanno dimostrato che egli progettava i suoi strumenti incidendo sulla parte interna tutte le misure necessarie alla loro realizzazione.  Partendo dalle lunghezza delle corde, definita sulla base del do4 data in semplici numeri interi di oncia napoletana ( 13 once), egli stabiliva, seguendo proporzioni pitagoriche, l’esatta posizione che avrebbero assunto il ponticello e il capotasto. Ciò che Grant O’Brien e Graziano Bandini hanno fatto è stato di ripetere il percorso, anche progettuale, di questi maestri.  Avvalendosi semplicemente di una traccia su carta hanno inciso allo stesso modo tutte le dimensioni necessarie sul fondo dello strumento. Il progetto ha avuto inizio con la costruzione di un oncimetro diviso in unità di once napoletane (21.83mm) e relative suddivisioni decimali.  La costruzione di altre due stecche sulle quali sono state segnate le lunghezze delle corde, la posizione dei ponticelli, i punti di pizzico e la dimensione della cassa, hanno permesso di seguire lo stesso procedimento usato dagli abili costruttori del periodo storico.